La ceramica secondo Baj in una mostra diffusa tra Savona e Milano

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Albissola Marina, 1954, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA). Ph. Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Il 31 ottobre 1924 a Milano veniva alla luce uno dei protagonisti più rilevanti dell’arte italiana del Novecento, Enrico Baj. Un artista che considerava la ceramica “l’ideale della materia” e la sua arte prediletta dopo la pittura. Proprio le sue esplorazioni ceramiche saranno sotto i riflettori dal prossimo 8 ottobre al 9 febbraio 2025 grazie alla mostra “BAJ. BajchezBaj”, promossa dal Museo della Ceramica di Savona e dal MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn, in occasione del centenario della sua nascita.

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Ettore Fieramosca alla disfida di Barletta, 1979, transfer serigrafico su gres. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate
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Ubu, 1985, maiolica dipinta, cm 140×100. Collezione privata. Photo Filippo Armellin. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

L’esposizione, curata da Luca Bochicchio insieme ai curatori dei musei, metterà infatti in risalto l’opera ceramica di Baj attraverso un approfondimento sul percorso storico e cronologico dell’artista. Le tre sedi espositive opereranno come macchine del tempo, seguendo il viaggio di Baj dalla sua iniziale produzione ceramica ad Albisola nel 1954 fino ai lavori realizzati a Castellamonte nel 1994, passando per Laveno nel 1955 e Imola e Faenza negli anni ’80 e ’90. Non mancherà un allestimento sulle prime ceramiche nucleari nel contesto organico di Casa Museo Jorn, dove la trasformazione delle immagini e dei materiali riflette in modo naturale la poetica di Baj.

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Verso di piatto in ceramica, cm 32,5x42x6. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate
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Arpig Tunig, 1994, terracotta dipinta, cm 38×28. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Una sezione speciale al Museo della Ceramica di Savona esplorerà il legame tra Baj, Asger Jorn e altri membri della scena post-surrealista internazionale, concentrandosi sull’Incontro Internazionale della Ceramica del ’54, organizzato proprio ad Albisola da Asger Jorn, di cui ricorre il settantesimo anniversario nel 2024.

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Albissola Marina, 1954, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA). Ph. Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Al Centro Esposizioni MuDA saranno poi allestite le grandi e coloratissime ceramiche figurative e mitologiche della fase kitsch, realizzate alla Bottega Gatti di Faenza nei primi anni ’90. Alcune di queste opere, così come le grottesche maschere tribali prodotte a Castellamonte, troveranno spazio nelle altre sedi museali, in un allestimento sincronico basato sui i dialoghi tra le opere di diverse epoche, a dimostrazione dei passaggi ma anche della grande coerenza espressiva che contraddistinguono la scultura ceramica di Baj.

Parallelamente e dal medesimo titolo, dall’8 ottobre andrà in scena un’ampia retrospettiva promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale con Electa, e curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj con quasi cinquanta opere distillate in un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge all’alba del Duemila.

Una collaborazione scientifica, quella tra Savona e Milano, che ambisce a disegnare due itinerari autonomi ma complementari per rendere omaggio al genio eclettico di Baj.

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Zuppiera, 1955, terracotta dipinta e invetriata, diametro cm 23. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate
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Albissola Marina, 1954, fabbrica Mazzotti Giuseppe Albisola (MGA). Ph. Henny Riemens. Courtesy Archivio Baj, Vergiate