“tutto” l’ingegno di Bruno Munari alla Villa dei Capolavori

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Bruno Munari, Alfabeto Lucini, 1984, sculture a tecnica mista ©Bruno Munari. Tutti i diritti riservati a Maurizio Corraini s.r.l.

La sedia per visite brevissime (di ospiti antipatici), le scritture illeggibili di popoli sconosciuti, le cornici in gomma che si adattano a qualsiasi quadro, le macchine inutili, le sculture da viaggio, il “far vedere l’aria”.

Il mondo immaginifico, armonico e senza fratture progettato da quel “monumento vivente” di Bruno Munari viene condensato negli spazi della Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma), per celebrare la saggia levità e l’ingegno di una delle più grandi menti creative del Novecento.

La rassegna, proprio come lo stesso operato di Munari, è un invito rivolto a tutti, grandi e piccoli, alla sperimentazione dei limiti del pensiero – non solo degli oggetti – così che anche sbucciare una mela possa divenire un atto scientemente creativo, rammentandoci di come nelle cose sappiano sempre nascondersene altre.

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Bruno Munari, Macchina inutile, 1933 1993, legno filo, plastica, forex serigrafato. Casaperlarte, Fondazione Paolo Minoli, Cantù © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

Fino al prossimo 30 giugno, “BRUNO MUNARI. Tutto” viene così accolto a pochi passi dalle sale che ospitano opere capitali di Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, de Chirico, Morandi, Burri e molti altri, proponendo circa 250 opere che raccontano i settant’anni di idee e lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia.

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Bruno Munari, Buccia di Eva, 1929 1930, tempera su tela, 80 x 205 cm © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

TUTTO risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare.

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Bruno Munari, Forchetta parlante, 1958, forchetta metallica. Casaperlarte, Fondazione Paolo Minoli, Cantù © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

Munari è una figura molto attuale nella società liquida odierna, nella quale non ci sono limiti fra territori espressivi. – spiega Marco Meneguzzo insigne studioso munariano e curatore della mostra – È un esempio di flessibilità, di capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente. Il suo metodo consiste nello scoprire il limite delle cose che ci circondano e di volerlo ogni volta superare”.

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Bruno Munari, Anche la cornice, 1935 1986, acrilico su tavola. Casaperlarte, Fondazione Paolo Minoli, Cantù © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.
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Bruno Munari, Autoritratto, 1968, xerografia su carta. Courtesy kauffmann repetto, Milan New York © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.
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Bruno Munari, Zizì, 1952, filo di rame e gomma piuma. Casaperlarte, Fondazione Paolo Minoli, Cantù © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.