
Svizzero di nascita ma italiano d’adozione, Christoph Radl ha costruito il proprio linguaggio visivo intrecciando tradizione e contemporaneità in composizioni dal forte impatto narrativo. Il designer di fama internazionale è ora protagonista della mostra personale FAT BOY, in programma dal 28 gennaio al 28 febbraio presso la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano. L’esposizione si configura come un viaggio attraverso la storia dell’arte, guidato da un enigmatico e corpulento personaggio ispirato alle figure della ceramica dei Mimbres che, in sessanta acquerelli, reinterpreta capolavori di artisti celebri, da Raffaello a Maurizio Cattelan.

È stata una ricerca realizzata per una collezione di ceramiche ad avvicinare Radl alla produzione millenaria dei Mimbres, civiltà precolombiana del New Mexico scomparsa tra il 1130 e il 1150 d.C. Per secoli i Mimbres hanno prodotto una serie infinita di manufatti – tazze, piatti e ciotole – decorati quasi esclusivamente all’interno con motivi geometrici, spirali, zig-zag, animali, scene di caccia e rituali.

L’interno delle ciotole conteneva micro-universi apparentemente scevri da guerre e brutture, mistici ma anche irriverenti, mondiche non erano solo decorazione, dal momento che, spesso, questi oggetti avevano anche una funzione funebre: venivano infatti posizionati sul volto del defunto in fase di sepoltura, con l’emisfero decorato capovolto sugli occhi chiusi: “Così lo spirito del morto – racconta Radl – aveva un emisfero capovolto, come una metafora del cosmo, con le immagini del suo mondo intimo, davanti ai suoi occhi spenti.”

Tra tutti i soggetti dell’immaginario decorativo dei Mimbres, quello che ha più colpito Radl è una figura umanoide con occhi spalancati, uno sguardo impaurito ma allo stesso tempo curioso. L’artista ha scelto di far compiere a questo soggetto, da lui ribattezzato Fat Boy, un viaggio nella storia dell’arte, nella quale inizialmente si muove in modo goffo, ma poi sempre più sicuro.

Il suo percorso non considera epoche, distanze e biglietti d’ingresso: Mantegna, Kounellis, Raffaello, Picasso, Matisse, Baselitz, Cattelan sono solo alcuni dei Maestri con cui Fat Boy si confronta, circondato da colori vivaci, simboli e un erotismo latente. “Così quando incontra Georg Baselitz fa subito la verticale – dice ancora l’artista – e poco dopo con Andrea Mantegna si sdraia su un tavolo per essere visto nella giusta prospettiva. Nel momento in cui vede la rosa nera di Jannis Kounellis se ne appropria per provare qualche istante dopo a mettersi in una delle posizioni accasciate che lo divertivano tanto nelle posture contorte delle ragazze di Pablo Picasso. E poi è arrivato il giorno dell’incontro con Le tre Grazie di Raffaello.”

