Ci troviamo a Lisbona, a pochi passi dal panoramico Parque Eduardo VII, dove Tosco Studio, guidato dall’audace designer Joana Esteves, volge il cemento in oggetti che vibrano di energia e spontaneità, in bilico tra brutalismo e arte. Sfidando il pregiudizio che vede questo materiale come rigido e inerte, ogni creazione porta con sé le tracce del processo artigianale, con imperfezioni, dettagli non replicabili e l’essenza del gesto umano. I complementi foggiati dallo studio germogliano infatti da un dialogo tra materia viva, forme inaspettate e colori ottenuti mescolando pigmenti naturali, in un atto di libertà creativa che restituisce al design un carattere autentico, strizzando l’occhio alla tradizione e al contesto paesaggistico portoghesi seppur con uno spiccato gusto di respiro internazionale.
Joana, hai cominciato la tua carriera lavorativa in altri ambiti, cosa ti ha portato al cambio di rotta e a fondare Tosco Studio?
Il mio percorso è iniziato esplorando varie discipline creative, ma ben presto mi sono resa conto di essere attratta da materiali e texture grezze, ricche di carattere. L’idea di Tosco Studio è nata dal desiderio di creare oggetti che fossero profondamente connessi alla terra e che trasmettessero un senso di permanenza e autenticità. Ho voluto superare i confini tradizionali del design, fondendo funzionalità e arte in pezzi scultorei, senza tempo e intrinsecamente naturali.
In che misura lo scenario portoghese, in cui è calato lo studio, influenza il tuo lavoro?
Il Portogallo offre un paesaggio incredibilmente ricco, sia nella natura che negli ambienti urbani. Mi ispirano le texture aspre delle nostre coste, le stratificazioni delle scogliere e la qualità duratura della pietra lavorata portoghese. Anche il patrimonio culturale di Lisbona, con i suoi azulejos, l’architettura in cemento e i motivi intricati, gioca un ruolo fondamentale. Questo stimolante mix di forme cittadine e naturali arricchisce il mio lavoro che traduco concretamente nel contrasto tra design strutturato e flusso organico.
Cosa ti ha avvicinata proprio al cemento per esprimere il tuo linguaggio artistico e quali sfide incontri nel lavorarlo? Sei in grado di determinare le esatte caratteristiche di ogni singolo pezzo o ti affidi alla spontaneità del processo creativo?
Il cemento è affascinante nella sua semplicità “grezza”. È al contempo antico e moderno, versatile e sfidante. Mi attrae la sua capacità di imitare texture organiche mantenendo una certa solidità e durevolezza. Tuttavia, lavorare con il cemento richiede pazienza: è imprevedibile e ogni pezzo è unico, con texture e pattern che non possono essere replicati. La sfida sta nel bilanciare il controllo con la spontaneità, lasciando che il materiale guidi il processo.
Anche l’uso del colore, in tutte le sue variazioni, è elemento cardine di Tosco… Il colore aggiunge una dimensione emotiva a ogni pezzo. Applico i pigmenti a strati, lasciando che si fondano naturalmente nel materiale per creare profondità e ricchezza. Sebbene parta con una palette generale, i colori finali emergono in modo talvolta inaspettato durante la lavorazione e riescono sempre a sorprenderci per originalità.
Lo studio ha peraltro fatto dell’unicità la propria bandiera, con progetti che appaiono non convenzionali e fuori dagli schemi. Quali sforzi comporta oggi proporre pezzi così irriverenti sul mercato?
Creare pezzi unici è al tempo stesso gratificante e impegnativo. Il mercato spesso privilegia standardizzazione e uniformità, ma io credo nella bellezza dell’irregolarità e delle imperfezioni naturali. Ogni pezzo è una testimonianza dell’eleganza grezza del materiale e del processo artigianale, qualcosa che è difficile trasmettere in un mercato che valorizza velocità e omogeneità. Tuttavia, l’apprezzamento crescente per gli oggetti fatti a mano e unici ci spinge a continuare a sfidare queste prassi.
Lavorate sia su arredamento che su superfici. Quali differenze progettuali e creative riscontrate nell’esplorare due ambiti connessi ma differenti come l’arredamento e le superfici, e quali realizzazioni trovate più corroboranti?
Gli arredi richiedono un equilibrio tra praticità ed espressione artistica, mentre le superfici consentono una maggiore sperimentazione con texture e dimensioni. Progettare mobili significa creare arte funzionale, mentre le superfici mi permettono di esplorare idee più astratte e ardite. In ogni caso, entrambi sono stimolanti al proprio modo: i mobili si connettono direttamente con lo spazio dell’utente, mentre le superfici trasformano l’atmosfera complessiva di una stanza.
A proposito di atmosfera, in quali interni immagini meglio le creazioni dello Studio?
I nostri pezzi si inseriscono al meglio in interni che valorizzano texture naturali, tonalità terrose e un mix di minimalismo e calore. Spazi che abbracciano forme organiche e trasmettono una sensazione di energia radicata, come loft, case moderne rustiche o ambienti minimalisti, esaltano l’essenza del nostro lavoro. Sono pensati per ambienti che apprezzano l’armonia tra la rudezza della natura e il design raffinato.
Considerando l’evoluzione del cemento nel design, dal movimento brutalista alle successive espressioni nel minimalismo industriale e nelle tendenze contemporanee, quali prossimi passi potrebbe muovere questo interessante materiale secondo la vostra esperienza?
Il design potrebbe spingerne ulteriormente la versatilità, testandolo in applicazioni modulari o con texture traslucide, usando nuovi pigmenti e metodi sempre più sostenibili. Vedo il cemento mutare per adattarsi a spazi interni ed esterni in modi più flessibili e innovativi, abbracciando sia piccoli oggetti artistici che elementi architettonici. Dal nostro canto, ci piace l’idea di plasmarlo in installazioni su larga scala che fondano il cemento con altri materiali naturali.
Per questo motivo, ci sono nuovi orizzonti materici e ambiti creativi in cui potrebbe cimentarsi Tosco Studio?
Assolutamente. Sebbene il cemento rimanga il cuore del nostro lavoro, siamo incuriositi dall’esplorazione di ceramiche, metalli e altre materie che possano completare i nostri pezzi esistenti. Vogliamo mantenere il nostro focus su un’estetica grezza e naturale, espandendo la nostra creatività verso elementi che possano offrire una consistenza e una texture simili, continuando a colmare lo spazio tra arte e design funzionale.