Un informale banco street food, un chiosco temporaneo dedicato alla convivialità o un divertente food truck che cattura con fugacità l’attenzione e il gusto dei passanti: il ristorante Brutal Burrito di Madrid si ispira alle formule fast abbracciandone la spontaneità e la reversibilità, in linea con il progetto gastronomico che propone un menù semplice basato sui più noti piatti della tradizione messicana.
Ad accentuare la filosofia del locale è un design d’interni graffiante, a tratti brutalista – come suggerisce il nome stesso del luogo – curato dallo studio di architettura BURR, che concepisce la metratura come un corpo da vestire, stabilendo una distinzione tra parti nude e abbigliate.
Sono le caratteristiche strutturali preesistenti a rimanere fisse, visibili e invariate, esprimendo un’estetica grezza con superfici dall’intonaco imperfetto e pavimenti che riflettono la materialità dei marciapiedi circostanti. Al contempo, viene realizzato un sistema di tendaggi plastici per sezionare e marcare la distribuzione delle aree di ristorazione. Un accorgimento stilistico che attinge all’utilizzo di tessuti tesi nei mercati di strada per separare gli spazi, respingere l’acqua e proteggere dal sole.
Per bilanciare il sapore street di questa soluzione con teli flessibili, gli architetti hanno scelto di conferire loro un aspetto più classico puntando su gentili forme ad arco che, se osservate dall’esterno del locale, appaiono tuttavia ritmicamente scollegate dall’andamento delle grandi vetrine della facciata. Una particolarità appositamente voluta per implementare un senso di giocosità e irriverenza.
L’area destinata alla cucina è contraddistinta da un aspetto funzionale e tecnico con una forte presenza di acciaio inossidabile, superficie igienica su cui preparare o servire il cibo. In acciaio è anche il rivestimento del soffitto che si estende oltre il confine della zona cottura connotando tutto lo spazio con i suoi riflessi metallici.
A spiccare nell’area riservata alla cucina è senza dubbio il comal, un adattamento dell’utensile tradizionale precolombiano utilizzato principalmente in Messico per la cottura delle tortillas, che assume qui una posizione centrale, sia fisicamente che simbolicamente, assolvendo tutte le operazioni di cottura previste da Brutal Burrito. Si tratta di un cilindro in acciaio inossidabile lucido, diviso in due metà, una griglia e una cappa di aspirazione, collegate solo da fumo e fiamme. In risalto nell’ambiente è anche la tortilladora, un apparecchio specificamente sviluppato per produrre tortillas, raramente riscontrabile al di fuori dell’America Latina e qui racchiuso in una teca di vetro protettiva.
Gli arredi progettati per Brutal Burrito si basano sulla tecnica della curvatura del tubolare di alluminio, utilizzata essenzialmente per la produzione di arredi da esterno per piccoli bar e ristoranti. Un semplice sistema di doppie curvature dei tubi va così a generare gambe sia per i tavoli che per gli sgabelli. I piani dei tavoli e delle sedute sono invece composti da lastre in polietilene ad alta densità, comunemente usato in cucina come base tagliere per tritare e affettare il cibo.
A completare l’interior è infine un progetto grafico che si concretizza in schermi LED dislocati nel ristorante per enfatizzare la sensazione di “luna park” temporaneo, lanciando messaggi e promozioni legate ai prodotti offerti.
ph. Maru Serrano