
Paola Paronetto è una ceramista dall’animo artistico raffinato, capace di trasformare la materia in un linguaggio espressivo unico. Il suo percorso inizia giovanissima con un corso di tornio, un’esperienza che segnerà l’inizio di una lunga esplorazione nel mondo della ceramica. Affascinata dalle infinite possibilità dell’argilla, prosegue la sua formazione tra Umbria e Toscana, immergendosi nella tradizione artigianale e nel sapere di maestri del settore.
Un momento chiave del suo percorso è l’incontro con Pietro Elia Maddalena e la scuola internazionale “La Meridiana” di Certaldo, che la introduce a un panorama ceramico internazionale. Ma è soprattutto la guida di Giovanni Cimatti a imprimere una svolta alla sua ricerca: “È stato il maestro più stimolante, il suo entusiasmo era contagioso”. In questo periodo, Paola inizia a sviluppare una propria identità artistica, dando vita a collezioni di vasi dalle forme morbide e avvolgenti, sperimentando con tecniche come gli ingobbi e la terra sigillata.

La svolta del paper clay
Se c’è una parola che definisce il percorso di Paola Paronetto, è “sperimentazione”. Spinta dal desiderio di trovare un linguaggio più personale e contemporaneo, approda alla tecnica del paper clay, un impasto innovativo di argilla e fibre di carta. È questa la base materica della sua cifra stilistica, che la porta a ottenere riconoscimenti internazionali con collezioni iconiche come i “Cartocci”.
“Volevo lavorare la ceramica in modo meno restrittivo, esprimendomi più liberamente”, racconta Paola. L’approccio al paper clay non è stato immediato: lunghe sperimentazioni e sfide tecniche hanno preceduto la realizzazione delle sue “famiglie di Bottiglie”, vasi scultorei dalle forme dinamiche che sembrano dialogare con la natura.
La natura, infatti, è il cuore pulsante del suo immaginario. Ogni creazione di Paola Paronetto porta con sé l’eco di paesaggi, di colori tenui e di forme organiche. Il suo laboratorio, immerso nel verde del circondario di Pordenone, è una fucina creativa che assorbe e riflette le suggestioni dell’ambiente circostante. “Non riesco a immaginarmi lontana dalla natura, anche se potrei vivere immersa in altri paesaggi altrettanto suggestivi”.


Tra arte, design e collaborazioni
Le sue creazioni si collocano in un territorio fluido tra arte e design: oggetti dalla forte personalità, caratterizzati da tratti irregolari e cromie delicate, capaci di suscitare emozioni di serenità e contemplazione. “Vorrei trasmettere una sensazione di pace, come in un mondo incantato e sospeso”, spiega.
Negli ultimi anni, la sua ricerca l’ha portata a esplorare nuove direzioni, spesso in collaborazione con designer e creativi di altri ambiti. Tra le ultime collezioni, presentate in anteprima a Parigi, spiccano “Ranuncoli”, “Le Signorine”, “Safa” e “Reflections”, quest’ultima sviluppata con il designer Giovanni Botticelli. “Grazie al suo lavoro su vetri e specchi, ho immaginato una nuova destinazione per i miei Ring e le mie Ninfee, trasformandoli in sculture da parete che fungono anche da specchi e lampade”.
Pur lavorando su collezioni replicabili, ogni pezzo è realizzato interamente a mano e quindi unico. La personalizzazione è un aspetto fondamentale del suo lavoro, soprattutto nei progetti speciali per privati e retailer: “Talvolta i clienti mi suggeriscono composizioni e accostamenti cromatici, ed è un processo di scambio che arricchisce entrambi”.


Un percorso in continua evoluzione
Dopo anni di riconoscimenti e successi, Paola Paronetto guarda al futuro con la stessa curiosità che ha guidato i suoi inizi. “Il consenso è il risultato di tanto duro lavoro e di un sincero impegno. Ogni artista deve seguire il proprio istinto alla ricerca di sé stesso”.
Tra i suoi ultimi progetti spicca una collaborazione con Veuve Clicquot, una sfida che la porta a esplorare nuovi materiali e contesti oltre la ceramica. E mentre le sue opere continuano a conquistare il pubblico internazionale, nella sua mente si affacciano nuovi sogni e suggestioni. Tra questi, un viaggio al Cretto di Burri, luogo iconico dell’arte contemporanea: “Spero di poterci passeggiare presto, magari con tempi dilatati e sospesi”.

ph. Studio Auber